IN QUESTO ARTICOLO RISPONDO ALLE SEGUENTI DOMANDE:
COME PAGO LE TASSE SUL P2P LENDING?
LA TASSAZIONE SUL PEER TO PEER LENDING È AL 26% O SEGUE L’IRPEF?
CHI E’ IL SOSTITUTO D’IMPOSTA DEI SITI DI P2P LENDING E DI CROWDFUNDING IMMOBILIARE?
Non sono un consulentefiscale , quindi per correttezza non scriverò mai: “per pagare le tasse sul Peer to Peer lending si fa così”.
Riporto qui solo la mia esperienza e quello che ho appreso informandomi sul mio caso specifico e consultandomi con lettori e altri investitori.
Molti si chiedono come e sa pagare le tasse su Quanloop e Bondora.
Ho approfondito l’argomento “tassazione dei miei redditi da social lending” e “sostituto d’imposta nel P2P lending” nella mia NEWSLETTER + CHECKLIST PER P2P LENDING
Tasse P2P pagate con solo 49€
Procediamo con ordine.
Per investire e fare profitto dal Peer to Peer Lending e da crowdfunding immobiliare ho due opzioni:
Usare piattaforme italiane
Usare piattaforme estere
La semplificazione è arrivata nel 2018:
Investendo in P2P italiani non pago più le tasse a parte
Mi viene trattenuto il 26% alla fonte automaticamente
Elenco contenuti:
Ecco la lista di siti P2P lending italiani che fanno da sostituto d’imposta (26%):
Serve tener presente che al momento è così, ma la normativa che regola questi strumenti è recente e può sempre cambiare.
I rendimenti medi che ottengo con questi siti sono molto alti, ma in media minori dei P2P esteri che uso (Bondora incluso).
Video tasse crowdfunding immobiliare su YouTube
Ecco un video che spiega come alcune piattaforme di P2P Lending italiane funzionano da sostituto d’imposta:
🇮🇹 Rivoluzione nel P2P lending italiano
Dal 2018 la normativa sulla tassazione dei social lending (prestiti tra privati) italiani è cambiata.
È arrivata una semplificazione che vuole che i profitti da P2P lending vengano trattati da redditi da capitale ai fini delle imposte.
[bctt tweet=”La tassazione dunque è del 26% fissa” username=””]La novità sta anche nella modalità con cui viene applicata la tassazione.
Infatti saranno i portali stessi a farsi carico del calcolo e di applicare la ritenuta alla fonte.
Questo rappresenta, a mio parere, un nuovo fattore di convenienza per i social lending italiani.
Purtroppo dalle mie analisi i Social lending italiani continuano a rendere meno di quelli esteri.
Io uso prevalentemente Peer to peer lending esteri Europei (non offshore) per motivi di pura convenienza.
Sarei pronto ad aumentare quelli italiani se si verificassero le giuste condizioni.
Inoltre spesso espongono a commissioni per me inaccettabili e i sistemi di buyback a volte sono solo parziali.
Alcuni P2P italiani pretendono che io partecipi (da investitore) addirittura ai costi di recupero crediti.
Io non ho investito con questi perché, per me, i fattori di cui parlo potrebbero arrivare ad azzerare i possibili rendimenti.
Non posso immettere delle variabili simili nel mio “business plan” di investitore, già devo valutare e gestire i rischi tipici dei prestiti e non voglio complicare il quadro. Non vedo la mia attività di social lending come una scommessa, ma come una fonte aggiuntiva di reddito.
❌ Garanzia fondo interbancario nel P2P
Se investo in Peer to Peer lending sono protetto dal Sistema di Garanzia dei depositi Europeo fino a 100.000€?
- Dipende
Queste informazioni sono ancora da verificare a pieno, e cambiano da uno strumento all’altro, ma per adesso ho appreso che:
- Il capitale prestato sostanzialmente non è mai protetto dal fondo (mi sembra logico, per qualunque investimento è così)
- Il capitale residuo depositato e non investito potrebbe godere della garanzia della banca che lo mantiene disponibile
- Il capitale investito potrebbe essere non pignorabile, ma non ho trovato abbastanza informazioni a riguardo e non mi interessa
Quando investo in social lending la preoccupazione della copertura del fido di garanzia dei depositi Europeo è davvero marginale.
Questo perché sarà mia cura tenere quanto meno capitale possibile in liquidità senza fruttare.
Nelle FAQ del sito Opyn trovo un accenno sulla questione.
È legale il social lending in Italia?
Andiamo avanti a sciogliere i dubbi:
– È legale il P2P lending?
Si.
Almeno lo sono i P2P lending Europei che uso io, legali ed autorizzati dai regolatori dei paesi europei dove risiedono.
– È legale tenere soldi all’estero?
Si.
È del tutto legale (parlo sempre del mio caso) rispettando alcune (semplici) condizioni.
Ripeto, io non sono, e non voglio essere, un consulente fiscale. legale o finanziario. Io non consiglio investimenti o soluzioni e ottimizzazioni fiscali.
Io gestisco i miei soldi e le mie attività online e ci tengo a rispettare la legge, sempre.
Quanto scrivo è sempre e solo frutto della mia esperienza diretta che condivido gratuitamente.
Proprio per questo bisogna ricordare che ciò che si applica a me potrebbe non valere per chiunque altro, soprattutto sul piano fiscale.
È DIFFICILE DICHIARARE LE TASSE SUI P2P LENDING ESTERI?
- IO NON L’HO TROVATO AFFATTO COMPLICATO
Lavorando ed investendo online ho dovuto documentarmi su tutto ciò che riguardava la gestione del denaro, e un aspetto non trascurabile è di sicuro la tassazione.
Ammetto che è stato più semplice del previsto.
Mi è bastato imparare a mettere i numeri giusti al posto giusto. Sono servite alcuni minuti per imparare a farlo e altri pochi minuti per eseguire la dichiarazione.
Se volessi farmi sistemare le tasse da un ufficio specializzato posso chiedere a TasseTrading e P2P Lending:
Chiedi come pagare la tasse sul P2P Lending
Fino a 15.000€ all’estero è ok?
Per quanto mi concerne trasferire o detenere denaro all’estero non è affatto proibito. Si applicano delle condizioni sopra certe cifre (parlo sempre del mio caso).
Alcune fonti (che reputo abbastanza attendibili) sostengono che non c’è obbligo di dichiarare cifre all’estero che non superano i 5000 / 15.000€ a certe condizioni. Io non sono riuscito a verificare questa informazione e a scanso di equivoci, nel mio caso, dichiaro tutto.
Per sciogliere la matassa sarei potuto andare dal commercialista, far fare tutto a lui, e devo ammettere che ne ho sentiti anche un paio di veri esperti di fiscalità internazionale.
Durante le mie ricerche ho scoperto anche che se io fossi un commercialista nel 2019, non aspetterei oltre a specializzarmi in fiscalità internazionale. Ho la sensazione che ci sia una crescente domanda di servizi simili.
E invece dal commercialista non ci sono più andato, perché purtroppo ormai ho sviluppato l’abitudine a studiare per capire ed imparare ogni argomento che mi incuriosisce.
La fiscalità è una aspetto interessante dell’investire online, non ci sono solo tasse, ma anche vantaggi e io devo conoscerli tutti.
Facendo trading, ad esempio, quando incasso una perdita, in molti casi (a seconda del prodotto) posso tenerla da parte come credito nello “zainetto fiscale”.
Nel P2P lending, al momento, non esiste la possibilità di mettere “da parte” eventuali perdite per compensare la tassazione sulle rendite. Negli UK invece è tutto più facile, e il Social lending è fortemente incentivato dallo stato.
Altre domande frequenti:
C’e differenza di tassazione tra P2P italiani e quelli esteri?
✔️ Si. Quelli italiani agiscono da sostituto d’imposta, quelli esteri no.
I social lending italiani dal 2018 sollevano dunque l’investitore dal problema di portare i redditi in dichiarazione (assicurarsi che le norme non siano già cambiate).
Come pago le tasse con Mintos
Io che investo con Mintos, Bondora, e tanti simili (esteri dunque) devo semplicemente dichiarare quanto posseggo e i rispettivi rendimenti fuori dal paese.
Per fare un esempio pratico di come faccio, sia Bondora che Mintos, hanno un tasto apposito per farlo.
Alla fine dell’anno (o quando mi serve) richiedo ai portali dove sono investito di produrre un resoconto ai fini fiscali.
È gratis ed immediato ottenerlo.
Su Mintos si chiama “Tax Report” e lo trovo (in alto a destra) facendo click sul Mio nome / My Account / Tax Report
Mintos, ecco come ho generato il mio report fiscale:
Come pago le tasse con Bondora (sostituto d’imposta?)
Sul Bondora si chiama “Report fiscale”:

Bondora screenshot del mio account del menù per scaricare il mio resoconto dell’anno
Per fare le cose a regola d’arte ho deciso che la mia fonte di informazioni principale sarà esattamente l’ente italiano che si occupa di tributi. Per non sbagliare ho contattato la massima autorità e ho chiesto consiglio ed è stato molto meglio che chiedere al commercialista.
Le risposte sono state assolutamente complete ed esaustive.
Quello che mi serve sapere è che (nel mio caso):
LA NORMATIVA IMPONE CHE LA REMUNERAZIONE DEL CAPITALE INVESTITO NELLE PIATTAFORME DI P2P LENDING ESTERE SIA TASSATA AD ALIQUOTA MARGINALE IN SEDE DI DICHIARAZIONE DEI REDDITI
Tabella rendimenti netti P2P lending

Questa è un’ipotetica tabella di simulazione di tassazione dei proventi da Peer to Peer lending applicabile al mio caso. Le informazioni sono solo indicative.
Non scenderò in ulteriori dettagli perché non trovo corretto che quanto scrivo possa essere interpretato per una soluzione universale. È necessario documentarsi o rivolgersi al commercialista.
Posso dire solo che ho usato un ordinario modello redditi che ho compilato io stesso, come faccio sempre, sezione I-A del Quadro RL del Modello REDDITI 2019 nel rigo RL2, indicando nella colonna 1, il codice “1”.
Ecco il parere aggiornato al 2020 dell’ADE. Il documento completo è nella newsletter.
Non ho dovuto versare l’IVIE ma ho usato il semplice quadro RW ai fini del monitoraggio fiscale.
Tanti mi chiedono se è giusto pagare il 26% di imposte sui redditi P2P esteri come si fa con quelli italiani.
Io non l’ho fatto e non lo farei visto che non è previsto, tuttavia esiste il “Ravvedimento operoso” che comunque risolverebbe il problema anche in caso di errori. Meglio sempre chiedere a un commercialista sveglio.
LINK ALLA NEWSLETTER CON PIÙ DETTAGLI
So che questo tipo di informazioni costano un bel po’ dal commercialista, ma trovo giusto che i professionisti più preparati si facciano pagare per le loro conoscenze e per le garanzie che offrono.
Ogni caso è differente.
Quanto mi è stato indicato per pagare le tasse sui redditi da peer to peer lending potrebbe non essere adatto a chiunque, quindi è essenziale rivolgersi allo specialista, all’Agenzia o raccogliere più informazioni a riguardo del proprio caso specifico.
È facile notare che il linguaggio che uso non è né raffinato, né tecnico. L’argomento non mi appartiene e non è il mio lavoro.
Spero comunque resti tutto comprensibile, mi scuso per eventuali inesattezze e accetto suggerimenti e contributi per migliorare quanto ho liberamente condiviso.
Un vero esperto del settore è senza dubbio Emanuele di P2Pinvesting.
In alternativa posso chiedere a chi lo fa di lavoro:
Tasse sul P2P Lending a 49€
Io condivido gratis quello che ho imparato, se vuoi ringraziarmi condividi questo articolo, lo apprezzerei.
Scrivi nei commenti qual’è la tua esperienza con le tasse del P2P lending e i vari sostituto d’imposta.
Sarebbe un bel gesto, perché questo è il blog gratuito sull’indipendenza finanziaria e il p2p lending più letto d’Italia.
Ciao Salvatore, ti seguo sempre e penso che sei davvero bravo!
Ti volevo chiedere una cosa, un amico che investe anche lui in P2P esteri ha sentito dire a qualcuno che per quanto riguarda questi investimenti, bisogna pagare anche l’IVAFE! Tu ne sai qualcosa? Grazie
Grazie delle belle parole, Michele.
Preferisco non sovrappormi al lavoro del commercialista, spero capirai. Fiscomania ha scritto qualcosa a riguardo (non si paga sotto i 5000€), loro sono esperti e autorizzati. L’agenzia delle entrate è un’altra ottima fonte di informazioni gratuita, autorevole e attendibile (lo è stata per me).
Ciao Salvatore,
domanda: La dichiarazione dei redditi va fatta ogni anno o solo l’anno in cui le entrate del P2P Landing vengono prelevate?
Grazie in anticipo
Benvenuto Gian, come sempre rispondo da puro investitore. Io dichiaro quanto produco anno per anno, non al momento del prelievo. La mia fonte di informazione: agenzia delle entrate. La procedura è semplice, ho usato un banale 730 pre-compilato. Esistono eccezioni? Bondora sostiene che il suo Go & Grow ha una struttura differente e quindi serve dichiarare solo al momento del prelievo ma credo sia meglio chiedere al commercialista a riguardo.
Per me la faccio ogni anno.
Investire all’estero è totalmente legale (non offshore) se l’obiettivo non è nascondere i soldi, quindi chiamare l’ADE per chiedere come dichiarare è una buona soluzione.
Ciao, ti seguo con molto interesse e mi sto informando prima di partire. Ho dubbi che non sono riuscito a chiarire in materia fiscale.
In caso di apertura di una posizione su siti esteri:
1. gli interessi sono soggetti al 26% (capital gain) o si usano gli scaglioni IRPEF (pareri discordanti in internet) ?
2. bisogna compilare il quadro RW del 730 ?
3. l’importo che si trasferisce sulla piattaforma è assimilabile ad un conto corrente o libretto ? E’ soggetto all’imposta di bollo di 34,2€ ?
4. oppure è soltanto la giacenza media della quota non investita ad essere asimilabile ad un c/c o libretto ?
5. oppure nessuno dei precedenti e l’imposta è lo 0,2% ? Applicata alla sola quota non investita ?
Tu come ti regoli ?
Grazie 1000!
Puoi dire come ti ha detto di procedere l’agenzia entrate per la compilazione del 730?
Per me ho fatto un banale pre compilato. Mi permetto di consigliarti di telefonare perché quanto previsto per me non posso garantire che valga per chiunque e non voglio diffondere inesattezze, c’è già chi lo fa.
Aggiungo solo che chi investe a inizio anno ha tempo fino a giugno dell’anno dopo per dichiarare.
Ciao, vorrei chiederti come hai inserito i dati nel quadro RW:
hai compilato più quadri RW, uno per ogni piattaforma in cui investi, oppure uno soltanto in cui hai sommato tutte gli investimenti (ad. es. Mintos+bondora)?
2) nel caso in cui io abbia effettuato, nello corso dell’anno, un primo bonifico a marzo di 1.000, poi dopo 2 mesi un secondo bonifico di 8.000, ed infine il 30/12 abbia prelevato tutto dalla piattaforma, cosa dovrei indicare nei campi VALORE INIZIALE e VALORE FINALE?
Mi dispiace non poter rispondere, ma ogni caso è diverso e non sono autorizzato a dare consulenza fiscale. Spero tu mi possa capire. Tutto quello che ho condiviso è qui e nella newsletter.
Ciao e grazie per tutto. Al link c’è solo l’iscrizione alla newsletter e sono già iscritto, ma non vedo i dettagli per la consolazione come dici. Sarebbe gradito. Ti ringrazio
Maggiori dettagli su questo argomento arrivano solo dopo qualche settimana, non nella prima newsletter, Andrea. Per trovare soluzioni specifiche immediatamente serve sentire un professionista dedicato o la stessa agenzia delle entrate (che vale più di 100 commercialisti non specializzati nel settore).
Buongiorno, solo una domanda: continui ad utilizzare il quandro D del 730 per dichiare gli interessi anche dopo la risposta dell’AdE all’interpello che indica esplicitamente il quadro RL?
Grazie
Grazie del commento costruttivo, Roberto. Questo articolo non era più aggiornato, ho aggiunto il riferimento che mi segnali in alto nell’articolo perchè lo reputo attendibile e utile a tutti i lettori. Grazie ancora della segnalazione.
Fatto da solo. Riuscito. Grazie per quanto condividi
Vi segnalo che l’agenzia delle entrate mi aveva indicato, per tali redditi, di compilare il quadro RM !! Al riguardo la stessa affermava che i redditi di capitale di fonte estera diversi da quelli che concorrono a formare il reddito complessivo del contribuente (che vanno dichiarati nel quadro RL, sez. I), percepiti direttamente dal contribuente senza l’intervento di intermediari residenti. vanno indicati nel quadro RM.
Ho quindi inserito in tale quadro i redditi da p2p.
Leggendo quanto scritto nei commenti del blog sopra riportati qualcosa non torna.
Grazie in anticipo delle riflessioni che verranno.
Scusate, per quest’anno è effettivamente il quadro RL da compilare oltre all’RW. Se qualcuno conosce un consulente che se ne intende a Roma me lo indichi. Un Grazie al curatore del presente blog, sempre interessante.
In caso di più piattaforme di p2p lending, nel quadro RL va inserita la somma di tutti gli interessi o devo compilare più volte lo stesso quadro uno per ogni piattaforma come per il quadro RW? (non so se si può fare)
Ciao Fabio, io compilo più volte il quadro. Non ho la presunzione di affermare che sia giusto perchè non sono un commercialista.
In caso di più piattaforme di p2p lending è giusto mettere la somma degli interessi totali nel quadro RL2?
Benvenuto Fabio. Io non metto la somma totale.
Buongiorno,
Intanto ringrazio per il lavoro che c’è dietro questo blog utile e pieno di informazioni.
Ho un dubbio, i bonus percepiti dalle varie piattaforme di p2p vanno dichiarati come reddito da capitale o sono esenti?
Grazie
Credo sia una facendo complessa, molto meglio chiedere a uno specialista, io non so rispondere adeguatamente. Una certezza è che non possono essere esenti.
Ciao, mi fa piacere che hai riportato la risposta dell’AdE sul P2P. Quando scrissi l’interpello, speravo una risposta diversa (avevo proposto una soluzione logica che equiparasse il P2P estero a quello italiano), ma così non è stato e sicuramente la soluzione dell’Agenzia non è molto favorevole per molti.
Riguardo a Crowdestate, invece, ho dubbi su quanto hai scritto. E’ vedo che trattengono il 26% dell’interesse, ma dubito che questo significhi che questo chiuda la partita. La risposta dell’AdE poggia infatti sul fatto che la piattaforma sia iscritta all’Albo della Banca di Italia, cosa che CrowdEstate non è.
Questo anche se nel loro sito scrivono che “gli interessi vengono restituiti al netto della ritenuta d’imposta del 26% (la società Sponsor opera come sostituto d’imposta)”. Nel caso migliore ritengo la ritenuta debba essere intesa a titolo di acconto, da integrare in fase di dichiarazione dei redditi (il prossimo anno dovrò dichiarare anche i redditi di loro e chiarirò questo aspetto).
Eccellente contributo il tuo, Andrea.
Il tuo discorso fila e appena posso darò uno sguardo anch’io nello specifico.
Io ho iniziato a luglio ad investire su Bondora (Go and Grow nello specifico) ma diciamo che nella zona in cui vivo, molti commercialisti (che per di più hanno una certa età) non hanno mai sentito parlare neanche del P2P Lending. Ma questo è un altro discorso (eventualmente ne cercherò uno online o mi rivolgerò direttamente all’Agenzia delle Entrate).
Quello che praticamente volevo chiedere era questo (naturalmente solo a scopo informativo, sapendo che nessuno qui è un commercialista):
In sede di dichiarazione dei redditi:
– che modello devo utilizzare (quello del 730 o il modello Redditi persone fisiche (ex modello Unico)?
– cosa devo dichiarare? quello che ho percepito? i soldi che mensilmente aggiungo sulla piattaforma?
Perché sinceramente io ho l’intenzione di investire su Bondora per un lungo termine e quindi, a quanto ho sentito anche in alcuni video su YouTube, dovrei fare solo il monitoraggio annuale. E solamente quanto andrò a disinvestire tutto, applicherò la detrazione fiscale (del 26% a quanto sembra).
Io uso il redditi.
Scarico in 1 click il rapporto fiscale dal sito stesso (Report).
Inserisco i dati come racconto nella newsletter.
Per valutare la convenienza rispetto alle piattaforme italiane con tassazione al 26% andrebbero considerate anche le tasse comunali e regionali (circa il 3%) e l’impatto su detrazioni tipo carico familiare e bonus (ex renzi)
una domanda stupida, ma non saprei dove andare a chiedere. ho cominciato a investire su bondora dal giugno 2019 e non ho dichiarato niente all`ultima dichiarazione. quest`anno quando la faro` cosa dovrei fare secondo te? io di solito la faccio tramite un patronato. se mi dai un consiglio te ne sarei molto grato. grazie.
Salve, a distanza di un anno, ci sono novità su questo aspetto fiscale del p2p? Grazie e complimenti per il blog.
Che io sappia non è cambiato nulla.
I crowdfunding italiani che si occupano delle tasse sono Recrowd, Relender e qualche altro.
Sperando che possa essere utile, è stata pubblicata dall’Agenzia delle Entrate una nuova risposta ad un quesito che può chiarire alcuni dubbi:
La si trova facilmente cercando:
risposta n. 155 del 24 marzo 2022, Agenzia delle Entrate
Ciao, correggimi se sbaglio ma mi sembra che Trusters spieghi che, non rivestendo la qualifica di intermediario finanziario iscritto all’albo e neanche quella di istituto di pagamento autorizzato dalla Banca d’Italia, non possa porsi come sostiuto d’imposta e quindi i ricavi ottenuti dalle sue attività sono da considerarsi redditi da capitale, da dichiarare.
Comunque complimenti per il lavoro che fai, grazie per tutte le informazioni che condividi in maniera precisa ed onesta.
Fabio